
[Passi, di Camilla Falsini]
Quella stronza si è alzata e se ne è andata. Appena mi sono seduto di fianco a lei, di scatto, si è dileguata ed è andata verso la porta di uscita. Crede che io non mi sia reso conto che si è alzata per la mia vicinanza sempre più evidente, ma si sbaglia di grosso. So che il mio aspetto trasandato spaventa, che il mio odore forte infastidisce. Eppure mentre ero di fronte a lei stava ferma, seduta, non guardandomi certo, però sembrava reggere la mia presenza. Per questo ho pensato di mettermi di fianco a lei. Ma a quel punto lei non ha più retto.
Subito non ho guardato dove fosse andata, se fosse scesa, se fosse andata in fondo al bus a sedersi altrove, se fosse ferma in piedi, aggrappata per non cadere. Ero sofferente, con i gomiti appoggiati alle ginocchia, le mani tra i capelli.
Quando sto così mi viene da picchiarmi in testa. Mi picchio forte, come se picchiandomi la sofferenza possa ammutolirsi e andare via. Sento il rimbombo che procurano i miei pugni, sono arrabbiato, ma nonostante questo non guardo mai indietro.
Solo alla fine, arrivati alla porta, mi giro per guardarla. Ha un bel corpo. Lo vorrei tanto toccare, un corpo così, lo vorrei avere vicino. Ma non c'è. A volte penso di prenderlo con prepotenza. So che sono cose che non si fanno, ma ci sono momenti in cui desidererei che la mia rabbia e il mio desiderio annebbiassero quel po' di ragione che mi rimane. Forse un giorno accadrà.
Si sta preparando a scendere, la vedo. Un impulso strano mi fa scattare in piedi e scendo anch'io, con lei, da un'altra porta. Non so se si sia accorta della mia presenza. Sicuramente la teme. Mi sento potente a pensarci. A pensare che qualcuno mi sta temendo. Vedo che guarda il bus che le scorre a sinistra, lo fa certamente per vedere se sono ancora sopra. Ma non ci sono. Sono dietro di lei. Cou cou. Bubusetteteeee! Se hai paura ti sta bene, così impari ad essere così insensibile, brutta stronza.
Ti sto seguendo? Non lo so nemmeno io. Ti guardo andare avanti, sembri aumentare il passo, sai con certezza, ora, che ti sono dietro. Attraversi il viale di corsa, sta per scattare il rosso. Non riesco a passare, io. Cammini veloce, ti vedo, ti guardo mentre diventi sempre più piccola per poi scomparire. Ti lascio perdere. Anche se ti raggiungerei in un istante.
2 commenti:
eh, sì: i punkabbestia a bologna sono proprio un grave problema :-)
non era un punkabbestia.
era una persona di mezza età dai capelli lunghi e bianchi quasi boccolosi. :/
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