
1962, regia di Luis Buñuel
Un gruppo di borghesi si ritrova riunito in una lussuosa villa per una cena. La serata sembra andare ottimamente, tra chiacchiere in stile e bon ton. Finché, all’ora in cui sarebbe opportuno e di buon gusto ritirarsi nelle proprie dimore, nessuno riesce a varcare la soglia del salotto per andarsene. Non ci sono porte chiuse, non ci sono barriere visibili. Solo una improvvisa e inquietante incapacità di andare al di là del salotto e quindi di uscire dalla casa. Un incantesimo, una forza soprannaturale o interiore inspiegabile, chiamatela come vi pare (tanto Bunuel da surrealista che si rispetti mica lo spiega, e nemmeno gli interessa spiegarlo) si è impossessata di tutti e impedisce spiegazioni razionali e il movimento al di là di un limite. Così che, causa la convivenza inevitabile e forzata in una stanza, la mancanza di cibo e di privacy, questi borghesi arrivano a svestirsi della loro educazione e dei loro modi di fare acquisiti durante la vita, fino a far emergere la loro istintualità primaria (fatta di perdita di controllo, dominio dell’inconscio e aggressività), che si tenta però, sempre e in modo forzato, di occultare. Ne sono un esempio i tre armadi del salotto, che contengono rispettivamente vasi cinesi per espletare i propri bisogni corporali, due amanti che consumano il loro amore e poi si suicidano, e un morto.
Un film che parla della condizione esistenziale dell’uomo, che ci parla della sua prigionia e della sua impotenza ad uscire dal contesto in cui è nato e cresciuto. Una denuncia della vita umana come recita, una infinita ripetizione di gesti, di vincoli e di situazioni che ci imprigionano e che finiamo per accettare, inevitabilmente.
Presenti anche evidenti riferimenti biblici apocalittici e simbolici (lo stesso titolo deriva dall’Apocalisse, la presenza dell’orso ossia la Bestia, e l’arrivo degli agnelli “sacrificali”, l'Immacolata), che però vengono, sempre e in modo quasi dissacrante, ribaltati.
Questo è solo un accenno di quello che c'è in questo film.
Visione necessaria e indispensabile.
Veramente geniale.
:)
7 commenti:
Zì, proprio cozì :)
beh.. tutto qui?
reduce da un cinema e da un altro film bellissimo: le vite degli altri.
Imperdibile anche quello, a mio parere.
Mi sembra tu abbia detto tutto, che potrei aggiungere?
"Le vite degli altri": visto, non male ma.... è della serie: "mi beo di quanto stessero male nell'est, per sentirmi bene nell'ovest".
diciamo che nell'ovest starai male per altri motivi.. :)
cmq secondo me sull'angelo avresti da dire molto altro :-P
dovrei rivederlo, ma attualmente non ne ho la possibilità...
(ma se riesco a trovare il castorino di bunuel, riesco a ripetere un sacco di altre cose :)
il castorino?
cos'è.. il bignamino del cinema?
:-)
Sì, più o meno...
Lo trovi qui:
http://www.castoro-on-line.it/
sezione Castoro cinema
(una volta erano supplementi alL'Unità)
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