Anni orsono scrissi questo excursus sul fumetto a Bologna. Fu pubblicato su Pulpcomics, un sito sul fumetto curato da Andrea Grilli, che da tempo non esiste più.
Lo ripubblico qui, con l'idea anche di poterlo continuare, con l'aiuto di più mani.
All'epoca mi aiutarono O. Martini e Otto Gabos, che ringrazio quindi ancora. Credo ci si fermi al 2000.... c'è solo un decennio da aggiungere, suvvia!!!!!
IL FUMETTO A BOLOGNA
Anche se i numeri non sono più quelli degli anni ’70 e ’80, il mondo del fumetto bolognese cerca di opporre alla sua inarrestabile crisi un fiorire di attività culturali e commerciali. Ancora tanti autori operano e vivono tra queste mura, e alcune case editrici hanno coraggiosamente preso vita, altre hanno sospeso la loro attività, altre ancora sono cresciute. Iniziative editoriali ed eventi stanno prendendo piede, non c’è dunque un immobilismo, ma un tentativo notevole di crescita e di rendere operativi progetti ed idee miranti a far conoscere questo interessante mondo.
Ci eravamo lasciati con un accenno all’attività dei Kappa Boys (Baricordi, De giovanni, Barbara Rossi). Dopo aver lavorato per la Granata Press, nella seconda metà degli anni 90 danno vita ad un loro progetto editoriale, fondando la Kappa Edizioni.
La loro prima pubblicazione fu Piera degli Spiriti, di Davide Toffolo, storia che avrebbe dovuto essere pubblicata anni prima sulla rivista Dinamite, edita dalla Granata Press, casa editrice bolognese fallita nel 1995. Si dedicano poi alla seconda edizione di Mondo Naif (la prima edizione era uscita precedentemente con la Star Comics, e consisteva in tre numeri che vennero distribuiti anche in edicola). Trimestrale distribuito adesso solo nelle fumetterie e librerie, oggi è arrivato al numero 16, e ospita le storie (a puntate) di fumettisti soprattutto italiani quali Vanna Vinci e Giovanni Mattioli, Otto Gabos, Andrea Accardi e Massimiliano De Giovanni, Davide Toffolo, Andrea Baricordi e Liani, Massimo Semerano e Jacopo Camagni, Leila Marzocchi, Keiko Ichiguchi (giapponese ma bolognese di adozione), Satta e Colaone, e alcuni autori stranieri quali Scott Morse, Trillo e Chabouté. Alle storie a fumetti si alternano articoli, interviste ad autori e recensioni. Al trimestrale è ispirata la collana Mondo Naif, che consiste nella pubblicazione in volume di alcune delle storie uscite a puntate sulla rivista omonima.
Altre collane sono la Altrimondi (che ha pubblicato in volumi storie di Onofrio Catacchio, Lewis Trondheim, Scott Morse, il Lupin di Baricordi e Liani e Bouq), la collana Mangazine, che consiste in romanzi scritti tratti da cartoni animati e fumetti giapponesi (Orange Road, Conan the incredibile tide, Ken il guerriero, Video Girl Ai, City Hunter ecc..), e la collana recente Shonen ai, che per ora vede la pubblicazione a puntate di Kizuna. La Kappa edizioni fa inoltre da service per la Star Comics curando le pubblicazioni dei fumetti giapponesi.
Sempre negli anni novanta (1996) nasce Mano, pubblicazione ideata da Stefano Ricci e Govanna Anceschi. Si tratta di una rivista di grosso spessore (non solo in fatto di volume, ma soprattutto in contenuto) che contiene riflessioni sull’arte soprattutto visiva, e quindi anche sul fumetto. Inizialmente autoprodotto per i primi 4 numeri, il quinto numero è stato pubblicato dall’Ancora del Mediterraneo di Napoli. Di recente è invece “approdato” alla Coconino Press di Igort, vera sorpresa editoriale degli ultimi anni, mantenendo la stessa direzione dei precedenti numeri. Non ha una periodicità definita, anche per via del massiccio lavoro redazionale che sicuramente richiede.
Organizzata dallo staff di Mano fu la mostra Territori, in occasione di Bologna capitale del 2000, le cui opere furono raccolte in uno speciale della rivista.
Nel 1996 nasce un’altra casa editrice la Puntozero. Nata come progetto di Andrea Plazzi e Edoardo Rosati, oltre a pubblicare volumi dedicati alla fiction o all’immaginario cinematografico (Godzilla contro Gamera, La Hollywood d’Oriente, Freakshow, Star trek al cinema, Nuova guida al Fantacinema) e volumi legati ad argomenti di attualità nella fiction e nei mass media (I Simpson, Mondo Bond, L’esorcista, Guerre stellari, Patty Paradise, Lettere dalla Serbia ecc..), pubblica anche libri sul fumetto (Al servizio dell’eroe, volume sul Tex di Magnus) e libri a fumetti di autori qui poco conosciuti, quali Scott Morse (di cui pubblica Presenze, Volcanic Revolver e Soulwind) e il fumettista serbo Alexandar Zograf con Lo psiconauta. Ma merito indiscusso e valore aggiunto della Puntozero è l’essere stata la casa editrice ad avere avuto l’esclusiva per pubblicare le opere del grande autore-artista (tutt’ora splendidamente attivo) Will Eisner, più conosciuto come l’autore dello storico The Spirit e inventore della graphic novel con l’opera Contratto con Dio. Ma anche Gente invisibile, Il Palazzo, Last Day in Vietnam, Piccoli Miracoli… sono opere che raccontano con dolcezza e ironia la storia di una nazione, gli Stati Uniti, e i sacrifici che tanti piccoli e semplici uomini hanno compiuto per garantire alle generazioni future ricchezza e prosperità.
Mentre scrivo, aprile del 2002, la Puntozero ha da pochi mesi sospeso le pubblicazioni ed è diventata una collana della Kappa edizioni.
Il 1996 è testimone anche di un cambiamento di grande portata nel mondo della distribuzione, ossia dell’acquisto dell’Alessandro Distribuzione da parte della Marvel Italia, diventando così la PAN Distribuzione. Con questo acquisto la Marvel punta ad ottenere un forte canale distributivo per i suoi fumetti in Italia. Pur mettendosi a distribuire fumetti della Marvel, la Pan Distribuzione non commette l’errore di tagliare i ponti con le altre case editrici, e continua a distribuire anche i potenziali concorrenti. Nonostante questo, alcuni equilibri nel corso degli anni nel settore della distribuzione vengono a cambiare e oggi esistono due grandi poli, Pan Distribuzione e Pegasus, che distribuiscono in esclusiva i maggiori editori di fumetti italiani (salvo ovviamente i colossi Disney e Monelli).
Ma arriviamo al 1997. E’ l’anno in cui prende vita un’altra piccola casa editrice, la Black Velvet, di Omar Martini e Luca Bernardi, due appassionati addetti ai lavori, entrambi di Treviso. Nasce per via del forte amore da parte dei due fondatori per il fumetto indipendente americano (in particolare per quello supereroistico e mutante, ma non solo), che li porta a voler pubblicare autori da loro considerati di un certo spessore e quindi amati ma quasi del tutto sconosciuti in Italia, se non dai veri appassionati del genere o appunto dagli addetti ai lavori. Contatti con case editrici americane o direttamente con gli autori consentono loro di realizzare questo desiderio: pubblicano, sempre e rigorosamente in volume (in quanto formato ritenuto più idoneo per le storie scelte ma anche per l’entrata in distribuzione nelle librerie), molti autori effettivamente interessanti quali Chester Brown con Non mi sei mai piaciuto, Debbie Drechsler con Nowhere, Art babe di Jessica Abel, La giara di stolti di Jason Lutes, Goldfish di Brian Michael Bendis e The birth caul, adattamento di Eddie Campbell (l’autore di From Hell) di un’opera teatrale di Alan Moore. Se i primi quattro autori possono rientrare in un filone “realista”, in quanto autori di storie autobiografiche e di ambientazione quotidiana, gli altri due possono essere considerati “noir”.
Pur nascendo per pubblicare autori statunitensi, la Black Velvet comincia ad avere uscite “episodiche” dedicate al fumetto italiano. E’ il caso di Frontiera, sorta di “romanzo incompiuto” comprendente fumetti e frammenti scritti collegati tra loro dal filo conduttore del confine, della frontiera, e di Rosa di Strada, di Massimo Semerano, pubblicato in albi secondo i desideri dell’autore (4 in tutto, dei quali il terzo è appena uscito). Da citare anche un’altra intenzione iniziale della Black Velvet, ispirata dalla rivista americana Comics Journal (e quindi dettata dalla consapevolezza della mancanza di una buona “scuola” di critica per quanto riguarda il mondo del fumetto qui in Italia) concretizzatasi purtroppo solo parzialmente: la realizzazione di una rivista monografica trimestrale, dedicata cioè, ogni volta, ad un solo autore, comprendente di intervista approfondita di varie pagine con tanto di note esplicative e di una bibliografica completa delle opere dell’autore in questione. Di questa rivista, il cui nome era Autronia, uscì solamente il primo numero, in quanto il lavoro di redazione della rivista si rivelò essere più impegnativo di quelle che erano le aspettative e di quello che era il tempo a disposizione. L’unico numero pubblicato fu dedicato a Jeff Smith, l’autore di Bone, con un certo riscontro in Italia (scelta, insomma, autoriale e nello stesso tempo commerciale).
E’ il 2000 che vede i successivi avvenimenti; nel settembre/ottobre di quell’anno, la Marvel, non godendo in quel momento di una grande stabilità economica, vende la Panini a una cordata guidata dall’industriale Merloni, e composta anche dal top management della stessa Panini. Tra Panini e Marvel viene comunque firmato un contratto che permette alla Panini l’esclusiva del materiale Marvel per cinque anni, e che scadrà quindi tra il 2005 e il 2006. Difficilmente non verrà rinnovato, a meno che, cosa alquanto improbabile, attuali colossi editoriali tipo Rizzoli o Mondadori non decidano di entrare nell’ambito del fumetto e fare quindi una controproposta alla Marvel americana.
Da quando Panini non appartiene più alla Marvel si è venuti incontro a una diversificazione del prodotto editoriale pubblicato, questo anche per via di una contrazione del mercato supereroistico. Si allarga a pubblicare autori giapponesi, uno fra tutti il grande Jiro Taniguchi, autori francesi (XIII, Torgal), e tenta persino di pubblicare autori italiani, tentativo non molto riuscito, a parte l’unico vero successo: Ratman di Lorenzo Ortolani. Da sottolineare anche la presenza delle pubblicazioni Panini in varie parti di Europa (Spagna, Germania, Francia, e fra poco anche Brasile) e di come queste produzioni vengano interamente prodotte e stampate in Italia e poi mandate all’estero, a parte qualche eccezione.
L’inizio del 2000 vede anche la nascita di una delle case editrici bolognesi probabilmente più attive del momento: la Coconino Press, fondata da Igort (direttore editoriale), Carlo Barbieri e Simone Romani. Anch’essa è nata per il forte desiderio di vedere pubblicati anche in Italia autori molto interessanti "scoperti" durante numerosi viaggi, in particolare in Giappone, America e Francia. Primo autore pubblicato fu il giapponese Suehiro Maruo, autore fino ad allora inedito in occidente e rappresentante dell’aspetto violento del manga, con il suo Il vampiro che ride. Fanno seguito altre pubblicazioni, rigorosamente in formato volume: La storia di Bocchan di Taniguchi e Sekikawa, la biografia (in 4 volumi) dell’autore giapponese Osamu Tezuka, Sinatra dello stesso Igort, il David Boring dello statunitense Daniel Clowes, Il sonnambulo di Adrian Tomine, il meraviglioso La vita non è male malgrado tutto del canadese Seth, L’autoroute du soleil (in 2 volumi) del francese Baru, il Big Man di David Mazzucchelli e tanti altri. Da segnalare la rivista antologica “stagionale” Black, che rende omaggio agli autori già citati e a tanti altri, anche italiani, proponendo piccoli stralci di loro storie, e anticipando spesso future pubblicazioni.
La Coconino, come del resto le altre case editrici di cui si è parlato, è una casa editrice coraggiosa, oltre che per gli autori proposti, anche per i prezzi di copertina, giudicati da alcuni alti, ma che, a mio giudizio, rappresentano in realtà il valore degli autori e delle pubblicazioni. La conseguenza, comunque, è che, inevitabilmente, esse sono destinate a un selezionato target di appassionati e di lettori.
Mentre nasce la Coconino, chiude invece un’altra casa editrice bolognese, la Phoenix di Daniele Brolli. Molte delle pubblicazioni che aveva in atto vengono ora editate dalla Magic Press di Roma, sempre curate dal punto di vista editoriale dallo stesso Daniele Brolli.
Concorsi e associazioni:
Bologna, in questi ultimi anni, è diventata attiva anche dal punto di vista di iniziative legate al mondo del fumetto.
Nel ‘98 c’è la prima edizione del concorso Baraccano, per esordienti fumettisti e illustratori. L’iniziativa si rivela essere, per gli esordienti autori, la prima vera occasione per far vedere i propri lavori al pubblico e per essere giudicati da giurie competenti composte da addetti ai lavori. Grazie a questo concorso sono stati scoperti validi autori e disegnatori, che già oggi collaborano con alcune case editrici di Bologna. Il concorso gode oggi, forse, di maggior risonanza, per lo meno in città, in quanto inserito all’interno di una più grande iniziativa, Arena, arrivata oggi alla quarta edizione. Nata da un progetto di Piero Ruggeri, Otto Gabos, Mantovani, Omar Martini e Massimo Semerano, Arena ha come scopo di portare il fumetto in mezzo alla gente, attraverso l’introduzione dei centri commerciali e di altri punti della città come spazi espositivi e di incontri, di dibattiti, conferenze e laboratori.
Da non dimenticare inoltre le tre scuole di fumetto presenti in città: dalla più “anziana” Nuova Eloisa, attiva dal lontano 1979, alle più recenti scuole Humpty Dumpty organizzata dai Kappa Boys e quella dei Giardini Margherita. (francesca Benassi)