
venerdì, agosto 29, 2008
domenica, agosto 24, 2008
Cerchi nell'acqua

Frantumare le distanze.
Superare resistenze
E riconoscersi per creare.
Camminare senza chiedersi perché
Il tuo viso le mie mani sono la stessa gioia immensa
È luce invisibile da succhiare.
Camminare senza chiedersi perché.
E fermarsi un istante per considerare
che il respiro è un dettaglio che ci rende uguali
Come cerchi nell’acqua che non sanno nuotare e si infrangono.
Frantumare le distanze.
Superare le esistenze
E riconoscersi per creare.
Camminare senza chiedersi perché
E fermarsi un istante per considerare
che ogni istante si scioglie in quello a venire
Come cerchi nell’acqua che non sanno nuotare
e si infrangono
Musica e Testi: Paolo Benvegnù
Contenuta nell'album Piccoli fragilissimi film (2004)
venerdì, agosto 08, 2008
giovedì, agosto 07, 2008
Libri solcati
alla ricerca di un cuore
e non trovano che un vaso".
Romain Gary, Biglietto scaduto

E' la citazione di apertura del romanzo di Odette Toulemonde. Citazione sottolineata (oserei dire solcata) e ricopiata sul mio quadernetto.
Lo faccio da anni: sottolineare e ricopiare ciò che mi colpisce dei libri che leggo.
E' il conforto della lettura questo, uno dei motivi per cui amo leggere: l'impagabile sensazione che provo quando trovo scritte su carta stampata, magari anche dai più grandi autori esistiti o esistenti, sensazioni e considerazioni che condivido sin nel loro intimo, che mi appartengono.
E' come se l'autore penetrasse nel mio cervello e si impossessasse delle sensazioni e dei pensieri che fanno parte di me in un determinato istante della vita e me li ponesse davanti agli occhi così, stampati su carta, formulati in maniera perfetta e ineccepibile. Quasi volesse aiutarmi e soccorrere la mia incapacità di tradurli per iscritto nella maniera che meriterebbero.
E anche se spesso, rileggendo questi stralci, mi sorprendo a chiedermi, per molti di essi, perché mai un giorno ho sentito la necessità di trascriverli (gli stati d'animo e le emozioni passate spesso vengono dimenticati), non posso comunque fare a meno di considerarli preziosi perché facenti parte del mio passato, anche di un solo attimo di esso.
E allora li conservo. E li leggo. E li rileggo. E a volte li amo.
Cmq... guardatevi le ceramiche della Pancino, link qui sotto, che a me mettono di buon umore :)
[nell'immagine vaso dal titolo UN LUNGHISSIMO BACIO E' QUELLO CHE VORREI DA TE, di Fiorenza Pancino]
lunedì, agosto 04, 2008
Il giorno in cui

Il giorno in cui fiorì il loto,
ahimè, la mia mente era persa
e io non me ne accorsi.
Il mio cestino rimase vuoto
e il fiore inosservato.
Ogni tanto però
una tristezza mi prendeva
mi svegliavo dal mio sogno
e sentivo nel vento del sud
la presenza dolce di una strana fragranza.
Quella vaga dolcezza
come desiderio tormentava il mio cuore
sembrava l'alito ardente dell'estate
in cerca di soddisfazione.
Non sapevo allora
che era così vicina
che era già mia
che questa dolcezza perfetta
era fiorita
nel profondo del mio cuore.
Rabindranath Tagore
sabato, agosto 02, 2008
Kill the granny

Kill the Granny - I gioielli del gatto
Pavesio, 2008

“Kill the Granny”, ossia “uccidi la nonna”.
Un gattino color miele e in apparenza dolce sembra odiare la sua attempata padrona, che un giorno nefasto lo privò dei suoi cari attributi. Un patto col diavolo stabilirà che in cambio dell’anima della “vegliarda” egli riavrà i suoi “gioielli”. A disposizione nove tentativi, come nove saranno le sue vite. Comincia così l’esilerante e comica lista di “tentati omicidi” più o meno bizzarri, che vedono sempre lo sfortunato gatto avere la peggio (il che ce lo rende irrimediabilmente simpatico), mentre la padrona continua, ignara e distratta, a coccolarlo e a chiamarlo con buffi epiteti. Nonostante l’aiuto di maldestre e atipiche creature diaboliche, nonostante piani efferati e crudeli che categoricamente si ripercuotono sulle ignare e sfortunate “comparse” che appaiono nelle loro vite, il gatto non riesce nel suo intento, e finisce, ogni volta, a morir di morte violenta e spesso splatter. Finché all’ultima vita…
Lettura leggera e divertente, con tanto di morale. Bravi i due giovani autori (è il loro esordio), belli i colori in acquerello, gradevoli e buffi i disegni di influenza disneyana.
venerdì, agosto 01, 2008
American Born Chinese

Opera di Gene Luen Yang.
Non scrivo nulla perché il caldo mi rende pigra e perché è già stato scritto tutto.
Opera piacevole che parla di integrazione e accettazione di se stessi. Composta da 3 storie dallo sviluppo alternato e in apparenza differenti in genere che finiscono a sorpresa per intrecciarsi e confluire una nell'altra.
Ci si può trasformare in vari modi, come un Transformer giocattolo, ma alla fine la propria essenza riemerge, e va amata ed accettata.
Gene Luen Yang
American Born Chinese
Edizioni GUANDA ,2008
Collana GUANDA GRAPHIC